lunedì 13 giugno 2016

Sinuosa Mente

Stai lì sfoggiando savoir faire
e pensavo che hai imparato a farlo bene,
ma una cosa è essere e un’altra è apparire
e credimi, penso proprio di poterlo dire.

Sinuosa mente fendi l’aria,
per chiunque tranne me un’ambita preda,
e per il tanto, a volte troppo, vissuto
penso che declinerò l’invito.

Cosa avremmo da dirci che non sappiamo già
col rischio di derive inaspettate,
senza più incanto, senza ambiguità
così aggrappati a teorie consolidate.

Già mi vedo sfogliare gli album dei ricordi
coi momenti non facili da ripensare.
Tu che racconti la tua storia,
io che fingo di non conoscerne il finale.

Perciò, perché funzioni di nuovo,
per darmi a una nuova vita,
dovrei convincermi che l’altra
non sia stata vissuta.



E non è che l’idea non mi attragga,
per qualche istante valuto i pro e i contro,
per qualche istante, solo per poco
immagino di rimettermi in gioco

poi ripenso alla fatica di capirsi,
di cucirsi addosso il vestito perfetto,
al tempo impiegato per plasmare lo stampo,
a un modo di essere da cui non c’è scampo.

Cosa potresti dirmi che io non sappia già
e a poco serve che tu fenda l’aria
per così dire, amabilmente
sinuosa mente.

O forse tu non pensi a più di tanto
perché mi viene il dubbio che sia io
quello che è rimasto indietro
e che tu l’abbia già compiuto il salto.

E allora siediti qui e dimmi,
per darti a una nuova vita,
come hai potuto convincerti che l'altra
proprio non sia stata vissuta.


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